
IMMAGINA: PUOI
Lo sapevi che nello sport essere talentuosi non basta? Come sempre la mente e la continua preparazione giocano un ruolo cruciale nello sviluppo della performance; a conferma di ciò sono state svolte numerose ricerche (vedi Geof Colvin “La trappola del talento”), fra queste in uno studio su ragazzi giocatori di scacchi si divise il campione di studio in due gruppi: talentuosi e mediocri. I livelli dei due gruppi erano nettamente diversi ma seguendo un protocollo sperimentale vennero fatti allenare* maggiormente i ragazzi “mediocri” mentre al gruppo dei talentuosi non fu fatto fare nulla di diverso da quello che già facevano (gruppo di controllo). Il risultato? Beh che i “ragazzi mediocri” riuscirono a superare il livello dei talentuosi.
*(vennero allenate funzioni cognitive come l’attenzione e la capacità di prevedere/immaginare le mosse)
Perché questa introduzione?
Oggi voglio parlarti dell’IMAGERY ossia quella pratica del mental training che sfrutta l’immaginazione per evocare situazioni e gesti motori. Secondo Richardson (1969) l’imagery si riferisce alla capacità di richiamare esperienze quasi-sensoriali e quasi-percettive in assenza degli stimoli reali che determinerebbero tali esperienze. Detta in termini semplici: immaginare il gesto tecnico o la situazione di gara mi permette di rivivere sensazioni e percezioni psicofisiche ed emotive specifiche.
Volendo fare un paragone mistico/storico prova a ripensare alle pitture rupestri; altro non sono che la trasposizione su roccia del pensiero dei nostri antenati cacciatori. La loro performance consisteva nel doversi procacciare il cibo e l’immaginare il come affrontare gli animali li preparava fisicamente e mentalmente al momento della caccia.
Ma tornando al mondo dello sport: imparare ad immaginare in modo multisensoriale, aggiungendo emozioni e sensazioni fisiche alle proprie visualizzazioni può essere utile per diversi scopi a sostegno della prestazione sportiva o del recupero dopo un infortunio.
Ed in tutto questo cosa centra il preparatore mentale? Come per tutto, l’individuo può essere più o meno portato per un determinato compito ed anche in questo caso possono esserci atleti con diversi gradi di abilità di imagery: compito del mental trainer è quello di accompagnare le sedute di imagery e di consentire lo sviluppo di tale abilità rendendo il compito fluido, vivido e sempre più efficace.
Trovare la giusta fluidità cognitiva che permetta di evocare immagini nitide e ben definite però non è semplice; oltre alla pratica costante è necessario un setting adeguato che permetta all’atleta di rilassarsi e concentrarsi sul compito, inoltre prima di iniziare a praticare l’imagery sarà necessario affrontare un periodo di addestramento atto ad apprendere a rilassare il sistema mente-corpo. Gli atleti vengono progressivamente allenati alla rappresentazione mentale di immagini visive alle quali vengono aggiunti stimoli immaginativi multisensoriali favorendo quindi il coinvolgimento emotivo e cognitivo dell’individuo.
Il mental trainer ha quindi i mezzi e gli strumenti per accompagnare l’atleta nello sviluppo della capacità di imagery che utilizzerà sia per migliorare i propri gesti tecnici sport specifici sia per gestire l’attivazione psicofisica ed emotiva correlate alla competizione.
Dott. Davide Meneghelli – Mental trainer