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La psicoterapia attraverso il corpo - Mental Training | Dott. Guido Bresolin

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LA PSICOTERAPIA ATTRAVERSO IL CORPO

LA PSICOTERAPIA ATTRAVERSO IL CORPO

Quando in psicoterapia si è iniziato a lavorare sul corpo (oltre 70 anni fa), sono venuti alla luce fenomeni e reazioni fino a quel momento non ancora conosciuti e compresi. Gli effetti della “psicoterapia corporea” sono intensi e visibili. Emergono emozioni antiche dimenticate; o sensazioni strane legate al mondo percettivo del passato: tremiti, formicolii, correnti, senso di pienezza o di dilatazione. Alcune zone del corpo diventano calde o fredde, altre vengono percepite pesanti o leggere, grandi e gonfie o rimpicciolite.

Dobbiamo pensare all’esistenza di una memoria corporea o periferica, costituita dalle tracce delle esperienze passate: posture abituali, indurimenti cronici del tono muscolare, movimenti scolpiti nel tempo.

La tenerezza, ad esempio, è vissuta attraverso le mani, il viso e le guance; ma anche con la schiena quando il bambino è tenuto in braccio, nelle gambe quando si abbandona alla madre, nella morbidezza della pancia, nel contatto dello sguardo.

In diverse parti del corpo sono conservate sensazioni ed emozioni che il bambino ha dovuto bloccare e trattenere perché non accettate dai genitori: stringendo i pugni, puntando le gambe, trattenendo il respiro, irrigidendo il collo; o espressioni forzate e non più spontanee di gentilezza, di accondiscendenza, o di ubbidienza. Che succede quando tocchiamo il corpo del paziente, gli facciamo assumere determinate posture o compiere movimenti precisi? Saranno proprio questi vissuti emotivi alterati ad emergere: sensazioni dolorose di antiche esperienze negative; mentre le sensazioni positive, quando il bambino si è sentito contento, tranquillo, compreso, resteranno più nel profondo.

Durante la nostra vita quotidiana, muovendo il nostro corpo, sono le sensazioni emotive stratificate più all’esterno ad essere continuamente sollecitate. Il nostro corpo ce le comunica senza che noi ce ne accorgiamo. In modo silenzioso e sotterraneo le angosce del passato continuano ad insinuarsi dentro di noi: sono le vecchie tracce, i “solchi” nei quali restiamo imprigionati e che costituiscono la base delle nostre patologie e dei nostri malesseri. E’ dunque compito della psicoterapia andare a recuperare quelle esperienze e quelle sensazioni vitali e positive che sono sepolte più profondamente, al di sotto delle negative, e che rappresentano una base fondamentale per la salute e il benessere dell’individuo.

Già dalle formulazioni di Freud si era cominciata a delineare la necessità che lo studio del funzionamento psichico tenesse conto dei processi corporei (nel suo caso come “biologismo” delle pulsioni, in accordo con il modello della scienza del tempo). Ma il corpo è comunque presente all’interno della stessa relazione terapeutica: nei silenzi, nel tono di voce, nei movimenti, nelle posizioni, non solo del paziente ma anche del terapeuta all’interno del setting.

Il corpo lo si può muovere in terapia, ma poi bisogna analizzare quello che è emerso. Non vi è mai un’azione diretta sul corpo volta a modificare il suo funzionamento di fondo: e cioè lo stato delle tensioni muscolari, le posture, le modalità di movimento, il respiro, il sistema neurovegetativo, le soglie percettive, le sensazioni fisiche interne. Non vi è quindi né una lettura completa di tutti questi livelli, né un’attenzione specifica alla memoria corporea e ai suoi contenuti profondi, né alle modalità di cambiamento che si possono realizzare sul corpo del paziente.

Reich rimane colui che teorizzò l'approccio diretto al corporeo in psicoterapia. Unità e identità psicosomatica aprono alla grande scoperta che nel corpo è scritta tutta la storia delle nostre emozioni e dello sviluppo della nostra vita, sin da quando nasciamo, e che anche lì si deve rivolgere la nostra azione per il cambiamento.

Quando si interviene direttamente con il corpo in terapia è indispensabile conoscere bene: l’interconnessione tra apparati fisiologici, posture e sistema muscolare; le vie neuroniche cortico-muscolari e cortico-viscerali, sia in senso discendente che ascendente; l’azione su tutto l'organismo del sistema neurovegetativo e della respirazione; l’influsso del tono muscolare sul piano delle emozioni, del simbolico, dei ricordi. E' indispensabile sapere, ancora, cosa può produrre nel paziente un contatto fisico, le differenti maniere di toccare e far muovere. In altri termini, è indispensabile che, se in terapia si vogliono recuperare anche sul piano corporeo sensazioni positive perdute, lo si faccia modificando nella direzione giusta i funzionamenti psico-corporei dei pazienti, per sciogliere le antiche tracce negative, ed evitare che si ripetano le stesse vicende drammatiche già vissute nella loro vita, e che hanno portato ai sintomi e ai malesseri attuali.

Questa è stata la strada attraverso la quale si è venuto costruendo nella Scuola di Napoli, sin dagli anni ’90, il Funzionalismo moderno. In questo Modello il Sé è visto come organizzazione di tutte le Funzioni dell'organismo umano, su tutti i suoi piani: i ricordi, il simbolico, le fantasie, le immagini, la progettualità, il tempo, la razionalità; ma anche le emozioni; ed anche i movimenti, le posture, la forma del corpo; nonché le sensazioni, la tensione muscolare, il sistema respiratorio; e ancora il sistema neurologico, il sistema neurovegetativo, il sistema immunitario.

Dott. Danilo Lucchetta – Psicologo

 

BIBLIOGRAFIA:

Psicoterapia corporea (e lo sviluppo del Funzionalismo) di L. Rispoli in AA.VV. “Psiche – Dizionario storico di psicologia, psichiatria, psicoanalisi, neuroscienze” – Einaudi, Torino 2006

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